mercoledì 24 giugno 2009

Fede vittoriosa....Nick Vujicic

"Quando siamo nati in questo mondo abbiamo dovuto accettare la condizione nella quale ci siamo venuti a trovare. Ad esempio, non abbiamo potuto scegliere di nascere maschio o femmina, o di nascere in una famiglia ricca o povera, né se essere belli o brutti, alti o bassi, grassi o magri e così via. La vita in questo mondo può offrire una grande varietà di situazioni e tante volte possono accadere degli imprevisti. Ad esempio, può accadere che una persona possa nascere con un handicap, oppure, dopo la nascita, durante la sua vita, in seguito a qualche incidente, può venirsi a trovare in una condizione di disabilità come la cecità, la sordità, paralisi alle gambe o alle braccia, o altro. Per chi si trova in una di queste situazioni, certamente dovrà soffrire poco o molto a secondo del tipo di handicap e dall’aiuto che riceverà dai suoi familiari e dalle persone che vivono intorno a lui. Ma io ho una buona notizia per tutte le persone che soffrono per una situazione di handicap, ed è questa: con Gesù Cristo le cose possono cambiare in meglio. Questo non significa necessariamente che Dio faccia il miracolo di guarirti, sebbene Egli può farlo, ma soprattutto Lui vuole guarirti dentro, vuole guarire le tue ferite interiori, quelle del cuore; ti vuole guarire dallo scoraggiamento e dalla disperazione. Per cui, per quanto sia difficile la tua situazione, Lui la può cambiare. Egli può darti speranza quando tutto sembra oscuro. Egli è il Dio dell’impossibile, e per questa ragione Gesù disse: “Le cose impossibili agli uomini, sono possibili a Dio” (Luca 18:27). Come dicevamo prima, noi non potevamo scegliere come, dove e quando nascere, ma possiamo scegliere dove andremo dopo questa vita. Questo dipende da noi: se oggi scegliamo Cristo, ci attende la Gloria , al contrario la condanna. Ma se accettiamo Cristo, siamo certi che Dio, dopo questa vita terrena, ci darà un nuovo corpo, un corpo spirituale incorruttibile, superiore a quello materiale che abbiamo ricevuto alla nostra nascita (I Corinti 15:42-44). E siamo sicuri che questo nuovo corpo sarà perfetto e non soffrirà di alcuna disabilità. E c’è anche un’altra bella notizia per te, caro amico o amica che stai leggendo questa breve meditazione: se tu oggi scegli di seguire Gesù e di affidare la tua vita nelle sue mani, Lui ti aiuterà, ti proteggerà e ti accompagnerà tutti i giorni della tua vita."
Cordialmente vostro, Amedeo Bruno


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VIVERE SENZA GAMBE E SENZA BRACCIA


La straordinaria testimonianza di un disabile, resa pubblicamente in una assemblea di credenti. Il mio nome è Nick Vujicic e sono nato in Australia nel 1982. Sono nato senza braccia e senza gambe; i dottori non hanno saputo dare alcuna spiegazione medica per questo difetto di nascita. Ma io voglio testimoniare come Dio mi ha dato grazia, forza e consolazione nella mia disabilità e posso affermare che anche voi potete avere vittoria, pace e gioia anche se nella vostra vita state attraversando situazioni che non hanno senso o che sconvolgono la vostra esistenza. Molte persone mi dicono: “Nick, non potrei mai immaginare quello che hai dovuto passare. La tua storia è la più incoraggiante che io abbia mai sentito.” – Questo per me è un onore, e io lodo Dio se posso essere un esempio per il mondo, ma c’è anche da dire che ci sono, lì fuori, tante altre persone che attraversano delle sofferenze. Vedete, tutti noi, se siamo veri cristiani, dobbiamo rinunciare a noi stessi e prendere la nostra croce. Tutti noi sappiamo come ci sentiamo quando siamo soli o disperati. Ad esempio, se io incontrassi una persona che ha sofferto, e gli dicessi: “Sai, forse le cose che hai passato tu sono peggiori di quelle che ho passate io.”– Sicuramente quella mi risponderebbe: “No,no, no, non è così! Non potrei mai immaginare una vita senza braccia e senza gambe.” – Sapete, noi non possiamo e nemmeno dobbiamo mettere le sofferenze a confronto. Ma quello che dobbiamo fare, in quanto siamo la famiglia di Dio, è quello di unirci, mano nella mano, e restare saldi nelle promesse di Dio. Sapendo che, chiunque tu sia e qualunque situazione tu stai attraversando, Dio lo sa, Lui è con te e te ne tirerà fuori. Io sono solo un vaso vuoto, uno strumento; questo è tutto ciò che io sono. Non dipende da me, non dipende dai miei successi. Non dipende da ciò che sono capace o non sono capace di fare, ma dipende da quello che divento per la potenza di Gesù Cristo. Voglio comunque dire che ho anche avuto momenti di grande scoraggiamento, ma li ho superati, grazie a Dio. Sono nato in una famiglia cristiana, mio padre è un pastore. Ma per me era molto difficile andare in chiesa, non perché mi annoiassi, ma perché, frequentando la scuola domenicale della chiesa, mi insegnavano che Gesù mi ama e che sono stato creato in un modo meraviglioso e perfetto. E io ero arrabbiato con Dio e dicevo: “non capisco tutto questo!” – All’età di 8 anni lessi un passo della Bibbia, in Geremia, cap. 29, verso 11, che dice: “Infatti io so i pensieri che medito per voi, dice il Signore, pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza.” – E io dicevo: “Dio, ma che razza di avvenire e di speranza posso avere io?” – Pensavo che non avrei mai trovato un lavoro. Andavo a scuola e molti bambini mi prendevano in giro. Ho avuto un paio di ottimi amici che mi hanno aiutato ad andare avanti e soprattutto la mia famiglia. Oh, io lodo Dio per i miei genitori e per la mia famiglia, senza di loro so che non sarei qui, ma Dio li ha usati in modo potente. Ma voglio dire questo: io volevo uccidermi, non vedevo un avvenire di speranza per me. Pensavo che non mi sarei mai potuto sposare. Dicevo: “Dio, anche se io mi sposassi, non potrei nemmeno tenere la mano di mia moglie; e se avessimo dei bambini, come potrei abbracciare i miei figli quando piangeranno?” – Queste cose erano importanti per me e nessuno poteva assicurarmi che sarebbe andato tutto bene, e se anche qualcuno me l’avesse detto, non avrei mai potuto crederci. Nella vita ci sono due cose che, da esseri umani, vorremmo sentirci dire: primo: che siamo amati; secondo: che tutto andrà bene. La cosa più straordinaria che Dio mi ha dato è il suo amore: sapere che Lui mi ama davvero! E quando nella mia vita succedono cose che non riesco a capire, e, anche nella vostra vita, quando accadono cose di cui non capite il motivo, la domanda è questa: “Dio è sempre degno del vostro ringraziamento? Dio è comunque degno della vostra lode?” – Molte persone citano quel versetto: “La gioia del Signore è la mia forza!” – Che cosa significa? Qual è la tua gioia? Perché puoi rallegrarti in ogni momento? La mia risposta è questa: “Perché la gioia di avere Gesù Cristo, che mi ama così tanto che è morto per i miei peccati, questo mi ha dato la salvezza.” - Questa vita è temporanea, e, sapete, il fatto di avere Gesù Cristo nella mia vita e vivere secondo i propositi divini che Lui ha per me, questa per me è la gioia più grande di tutte. E posso essergli grato. Io ringrazio Dio per avermi detto di no quando gli chiedevo di darmi gambe e braccia. Io imploravo Dio dicendo: “Oh Dio, dammi gambe e braccia!” – La notte piangevo finché non mi addormentavo. Speravo di svegliarmi la mattina avendo gambe e braccia. Pensavo che potesse essere un gran bel miracolo. Voglio dire, immaginate che fosse accaduto veramente. Se Dio mi avesse dato gambe e braccia, sarei diventato famoso, sarei andato in televisione a raccontarlo. Ma quante persone avrebbero creduto a quel miracolo? Ma io sono qui, davanti a voi, oggi, come un miracolo di Dio, per dimostrare a tutti un puro esempio della grazia di Dio, del suo amore e della sua perfezione. Per farvi sapere che sono io il miracolo! Noi siamo più che vincitori! Non sono le circostanze a dover cambiare per farvi diventare vittoriosi, ma è il nostro cuore che ha bisogno di essere riempito con lo Spirito Santo. Si, un uomo senza braccia e senza gambe, che testimonia con gioia la sua fede, è senza dubbio un vero grande miracolo.La straordinaria testimonianza di Nick Vujicic sta facendo il giro del mondo. Già milioni di persone l’hanno udita, in Asia, India, Africa, Australia e Stati Uniti d’America.

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