venerdì 5 marzo 2010

L'INSENSIBILITA' E' FIGLIA DELL'EGOISMO SOCIALE

Carissimi,
condivido e vi riporto questa riflessione su un fatto reale avvenuto in questi giorni a un mio carissimo amico Massimo Lorusso. www.rsdsorriso.org

"Cari amici, desidero raccontarvi che cosa mi è accaduto nella giornata di oggi mentre mi accingevo per andare al meeting organizzato dalla RSD Sorriso ONLUS per affrontare il tema dell'accessibilità a Milano per tutti coloro che hanno problemi motori.Partenza da Arluno alle ore 13,45 perché il servizio trasporti disabili C.T.A non era disponibile alle 16 a causa dei servizi programmati per le scuole, per portare i ragazzi a casa alla fine delle lezioni. E fin qui tutto bene, non ho fatto alcuna polemica, sono stato accondiscendente e sono partito molte ore prima rispetto alle 17, orario previsto per il meeting sulla disabilità.Da Arluno a piazza del Duomo ci vogliono esattamente 25 km, chilometro più chilometro meno. Il conducente, un cafone maleducato, ha guidato il mezzo come se fosse in un circuito di formula uno, facendomi sballottare sulla carrozzina a destra e a sinistra, nonostante i ripetuti consigli di guidare più piano e con più prudenza. Questo cafone, non soltanto non mi ha dato retta, ma ha continuato a guidare ad una velocità pazzesca, colpendo dossi e buche lungo il tragitto. La mia pancia e la mia schiena mi facevano male e mi veniva da vomitare. Il cafone ha continuato la sua corsa, sbagliando per giunta strada. Anziché portarmi a Milano, si è diretto verso Saronno, esattamente ad Uboldo.Dal momento che sapevo di dover partire prima, ho dato appuntamento ad un mio amico in piazza del Duomo alle 14.30, calcolando che 25 km li si può percorrere in 40 min.L'autista, ad ogni buca e dosso, mi faceva saltare in aria dandomi contemporaneamente una spinta per il contraccolpo verso il basso, facendomi di fatto spostare il mio corpo quasi al bordo della carrozzina, del sedile della carrozzina, tanto da avere il sedere al bordo. Praticamente stavo cadendo per terra. Siamo giunti in piazza del Duomo alle ore 15,10, dopo 1 h 20. Ma non è finita qui.Il cafone maleducato, oltre ad avermi lasciato lì da solo senza aspettare l'arrivo del mio amico, non mi ha neppure sistemato, tirato su per non cadere, andandosene via incurante del pericolo che stavo per correre, quello di cadere dalla carrozzina. Ero messo in maniera tale da far preoccupare chiunque. Ma mi sbagliavo. Tutta la gente che passava in piazza Duomo non solo non mi ha degnato di uno sguardo con l'intento di aiutarmi, ma quando mi sono avvicinato ad una coppia 55 enne per chiedere aiuto affinché non cadessi, il marito ha gridato alla moglie di andare via come se io stessi per chiedere l'elemosina o qualcosa del genere. Mi sono sentito umiliato nel modo in cui sono stato abbandonato dall'autista e dal viaggio disumano che ho dovuto anche pagare: € 80.Quando il mio amico Ivan mi ha visto si è sentito in difficoltà, non sapeva cosa dire, era molto arrabbiato con l'autista. E dal momento che lui scrive per "Il Giorno", molto probabilmente scriverà un articolo contro il disservizio dell'azienda dei trasporti disabili C.T.A.Quello che mi ha fatto pensare, che mi ha fatto riflettere profondamente, oltre ad essere stato umiliato e abbandonato come un sacco di patate, è la reazione della gente indifferente al problema che gli si presentava davanti agli occhi, è il menefreghismo da parte di chi dovrebbe tutelare i disabili, da parte di chi li trasporta per un fabbisogno oggettivo, da parte di tutte le persone che non hanno mosso un dito mentre stavo per cadere. Questo episodio mi ha fatto veramente capire, dopo 22 anni di carrozzina, quanto siamo piccoli dentro, poveri di spirito, poveri d'animo, miseri di cuore, insensibili ai bisogni altrui.Mi sono diretto con il mio amico all'appuntamento sponsorizzato più e più volte su Facebook per trattare l'argomento dell'accessibilità per i disabili a Milano, per sensibilizzare le persone a risolvere in maniera adeguata questo problema, abbattendo quelle che sono le barriere culturali e sociali, distruggendo l'emarginazione e la discriminazione, compiendo di fatto un'azione positiva e concreta per arrivare ad una integrazione sociale. Questo è il sogno di tutti, non soltanto delle persone con problemi motori, perché prima o poi saremo tutti i disabili, sia durante il corso della nostra vita, sia durante il periodo breve della vecchiaia dove chiunque, nessuno escluso, avrà bisogno di una città accessibile senza barriere architettoniche e soprattutto culturali e sociali.All'appuntamento si sono presentate soltanto cinque persone e questo la dice lunga sul lavoro da fare per sensibilizzare le persone al problema reale e tangibile del blocco mentale e di cuore che incontriamo tutti i giorni quando si vuole aprire un argomento e una tematica così importante come quella della disabilità. Siamo tutti i disabili, non dimentichiamocelo, ma non tutti siamo in grado di metterci nei panni altrui e soprattutto di aiutare coloro che sono in difficoltà. Non sono le barriere architettoniche quelle che fanno paura, no, assolutamente!Noi tutti dobbiamo cambiare dal di dentro, partendo dall'istruzione alle elementari, medie, superiori e via dicendo, partendo da una sensibilizzazione familiare, da noi genitori che abbiamo l'obbligo di insegnare ai nostri figli che cos'è il rispetto per la persona, per coloro che sono in condizioni di disagio. Quello che oggi viviamo, la città che i nostri padri e ancor prima i nostri nonni ci hanno lasciato, lo viviamo proprio perché chi ci ha preceduti non ha avuto la minima considerazione e lungimiranza nel togliere il più possibile le barriere architettoniche, culturali, e sociali nelle nuove generazioni avvenire. Non facciamo anche noi lo stesso errore. Ci ritroveremo, in vecchiaia, con problemi motori e con tante barriere che noi stessi, da giovani, non abbiamo voluto abbattere. E, quindi, non potremmo che prendercela soltanto con noi stessi. Costruiamo insieme oggi il futuro di domani!Un abbraccio e buona riflessione a tutti,"

Massimo Lorusso

giovedì 4 marzo 2010

VETRO ROTTO


"Lo studio dove dipingo è una confusione di matite pastello mezze masticate, vecchi tubi di pittura e pile di disegni che straripano dai cassetti dove sono archiviati. Recentemente mentre stavo pulendo, ho scoperto alcuni vetri rotti sul davanzale della finestra. Ho anche scoperto che quando la luce del sole colpiva i vetri rotti, molti raggi brillanti e pieni di colori si spargevano dappertutto. Il vetro rotto è pieno di migliaia di angoli differenti, ognuno dei quali raccoglie un raggio di luce e lo proietta in migliaia di direzioni. Questo non avviene con il vetro intero, come ad esempio con una caraffa di vetro. Il vetro deve essere rotto in molti pezzi. Quello che è vero per il vetro rotto è vero per una vita rotta. Sogni infranti. Un cuore pieno di ferite. Speranze che sono state deluse. Una vita in pezzi che pare stia andando in rovina. Ma con tempo e preghiera, la vita di una tale persona può risplendere più brillantemente che se la rottura non fosse mai avvenuta. E’ quando la luce del Signore Gesù cade su una vita rotta, che le speranze di chi crede possono illuminarsi. E’ la natura delle cose che prende la luce: il colore e il bagliore di luce sfavilla meglio attraverso le cose che sono rotte. Solo il nostro grande Dio può arrivare fino in profondità a quello che altrimenti resterebbe solo una cosa rotta e produrre qualcosa di stupendo. Con Lui, niente è sprecato o inutile. Ogni sogno rotto e cuore che è ferito può essere liberato dal Suo tocco caldo e pieno d’amore. La tua vita può essere rotta da dispiaceri, ma Dio ha in mente un caleidoscopio attraverso cui la Sua luce può splendere molto più brillantemente. Luce del mondo, possa Tu splendere oggi nei posti bui sparsi in tutta la terra. Possano le persone rotte, ferite e deluse, rispondere al Tuo tocco amorevole. E che i credenti possano diventare veri figli di luce perché i loro cuori vengono illuminati da Te e così loro possano illuminare quelli che sono intorno a loro. "


“Mettete la vostra fiducia nella Luce mentre avete la Luce, affinché possiate diventare figli di luce.” (Giovanni 12:36)

Joni Earekson Tada

J.A.F. ITALIA IN RETE...

Carissimi,
ho il piacere di informarvi che da un po' di tempo ormai la nostra associazione e' in rete anche su face book con il suo gruppo , linka qui buona lettura!

mercoledì 3 marzo 2010

SUPERARE LA DISABILITA' FREEDOM SHOW -TBN

Carissimi,
vi riporto un'intervista a freedom show -t.b.n.
www.freedomshow.it di 2 ragazzi diversamente abili che raccontano come hanno superato la loro disabilità e come si puo' diventare cristianamenteabili
buona visione.

PART.1


PART.2


PART.3


PART.4

mercoledì 30 settembre 2009

COME FACCIO SE NON STO BENE?

“LA GLORIA dei giovani è la loro forza”.
Se sei malato o disabile potresti pensare che questa frase non si applichi certo a te.
Ma non è così! Il fatto è che molti ragazzi disabili o con una malattia cronica sono riusciti a superare gli ostacoli più temibili.
Hiroki, che vive in Giappone, fu colpito alla nascita da paralisi cerebrale.
“I muscoli del collo non sono in grado di tenere la testa eretta e non riesco a controllare i movimenti delle mani”, dice. “Dipendo completamente dagli altri”.
Natalie e suo fratello James, che vivono in Sudafrica, sono affetti sin dalla nascita da una rara forma di nanismo. Natalie ha anche la scoliosi, una deformazione della colonna vertebrale. “Ho subìto quattro interventi”, dice, “e a causa della deviazione della colonna ho problemi ai polmoni”.
Timothy, un ragazzo della Gran Bretagna, all’età di 17anni scoprì di avere la sindrome da stanchezza cronica. “Ero una persona sana e attiva”, dice, “ma in meno di due mesi diventai così debole da non riuscire a reggermi sulle gambe”.
Quando aveva 19anni a Danielle, che vive in Australia, fu diagnosticato il diabete. “Dato che è una malattia che non si vede”, spiega, “alcuni non si rendono conto di quanto sia grave. In realtà il diabete può uccidere”.
Se soffri di qualche malattia o sei disabile, troverai senz’altro incoraggianti i commenti di Hiroki, Natalie, Timothy e Danielle. D’altra parte, se godi di buona salute questi commenti possono aiutarti a essere più comprensivo nei confronti di chi lotta con una malattia o un’invalidità.
Per te qual è la cosa più difficile da affrontare?
*Natalie: È la reazione delle persone che mi vedono per la prima volta. Non sono mai a mio agio. Mi sento sempre gli occhi puntati addosso.
*Danielle: Quando si ha il diabete, la cosa più difficile è sapere cosa mangiare, quanto mangiare e quali cibi ridurre. Uno squilibrio nell’alimentazione potrebbe portarmi all’ipoglicemia, o addirittura farmi entrare in coma.
*Hiroki: Ho una speciale sedia a rotelle, modificata apposta per me, e passo circa 15ore al giorno nella stessa posizione. Per di più non riesco a dormire bene. Il minimo rumore mi sveglia.
*Timothy: All’inizio il problema più grande è stato accettare il fatto di essere malato. Le mie condizioni mi creavano imbarazzo.
Quali sono altre difficoltà che incontri?
*Danielle: A causa del diabete mi sento molto stanca. Ho bisogno di dormire più dei ragazzi della mia età. E poi il diabete è una malattia cronica per la quale non esiste una cura.
*Natalie: Ovviamente per me c’è la questione dell’altezza. Un gesto normale come prendere qualcosa dallo scaffale di un negozio è un’impresa. Fare la spesa da sola è una gran fatica.
*Timothy: Devo sempre fare i conti col dolore e con periodi di depressione. Prima di ammalarmi, ero una persona molto attiva. Avevo un lavoro e guidavo. Praticavo alcuni sport, tra cui calcio e squash. Ora sono costretto su una sedia a rotelle.
*Hiroki: Non riesco quasi a parlare. Questo è scoraggiante e mi impedisce di iniziare una conversazione. A volte mi capita di colpire inavvertitamente qualcuno a causa di un movimento involontario della mano. E per colpa di questo problema del linguaggio non posso nemmeno chiedere scusa.
Cosa ti ha aiutato ad affrontare la situazione?
*Danielle: Cerco di soffermarmi sulle cose belle della vita. Ho una famiglia meravigliosa. Inoltre cerco di tenermi sempre aggiornata sul diabete. So che è mia responsabilità stare attenta alla salute e faccio del mio meglio per aver cura di me.
*Natalie: La preghiera mi dà forza. Cerco di affrontare un problema alla volta. Tenermi occupata mi aiuta a non soffermarmi su pensieri negativi. E ho dei genitori meravigliosi su cui posso contare.
*Timothy: Ogni giorno faccio qualcosa di spirituale, anche solo per poco tempo.
* Hiroki: Cerco di non preoccuparmi delle cose che non posso cambiare. Sarebbe solo una perdita di tempo. Faccio invece tutto il possibile per edificarmi spiritualmente, e non uso la mia condizione come un alibi. Quando non riesco a dormire, colgo l’occasione per pregare.
RIFLETTI:
Hiroki e Timothy sono costretti su una sedia a rotelle. Se ti trovi in una situazione simile, in che modo i loro commenti ti possono aiutare a mantenere un atteggiamento positivo?▪Danielle dice a proposito del diabete: “Dato che è una malattia che non si vede, alcuni non si rendono conto di quanto sia grave”. Hai anche tu una malattia “che non si vede”? In tal caso, cosa puoi imparare dalle parole di Danielle?
Natalie dice che uno dei problemi più grandi che deve affrontare è la reazione delle persone che la vedono per la prima volta. Cosa faresti per mettere a suo agio qualcuno come Natalie? Se hai una malattia o un’invalidità che ti fa sentire come lei, come puoi imitare il suo atteggiamento positivo?
Cosa puoi fare per aiutare ciascuno di loro?
P.S: Inanzitutto ringrazio Massimo Lorusso http://www.rsdsorriso.org/ autore di questa bellissima riflessione, poi desidero rispondere all'ultima domanda su cosa posso fare per loro: consigliando Massimo, Danielle, Timothy, Natalie, James,Hiroki e ai disabili a continuare a cercare e pregare al nostro Padre celeste poiché Gesù è la nostro unica forza, salvezza e medicina e non perdere la speranza in un Dio misericordioso che può cambiare ogni cosa! infine vi segnalo altri esempi di cristianamenteabili come me (www.cristianamenteabili.blogspot.com ), Nick Vujicic http://www.lifewithoutlimbs.org/ , Scott Rigsby http://www.scottrigsby.com , Michele della Moretta, http://mikidmm1975.blogspot.com/ , Alessandro Sacco http://disabilescatenato.myblog.it/ Roberto Barnabè http://evangelonobarriere.blogspot.com/
Dio vi benedica


domenica 6 settembre 2009

NEWS & PRAYER LIST J.A.F.ITALIA settembre.09

Carissimi ,
un plauso ai volontari di Jaf italia onlus.. www.jafitalia.org, che nonostante le ferie sono riusciti a pubblicare anche per questo trimestre agosto-settembre-ottobbre '09 la news letter ufficiale della nostra associazione.
scarica qui la versione in pdf http://www.jafitalia.org/news.pdf
siccome sono certo che neanche il Signore è andato in vacanza e le sue orecchie son sempre aperte scarica qui la lettera di preghiera jafitalia http://sentinellalombarda.blogspot.com/2009/08/news-prayer-list-jafitalia-agosto09.html
buona lettura, Dio vi benedica.

giovedì 25 giugno 2009

JAFITALIAonlus a www.C.R.C.FM


Shalom carissimi,
grazie a Dio Lunedì 29 giugno alle ore 11 ad OCCHI APERTI sarò ospite di Patrizia Scarpino per rispondere alle sue domande e per far conoscere l'opera e le attività di JONI AND FRIENDS ITALIA onlus www.jafitalia.org
Occhi aperti andrà in replica martedi alle ore 15 e sabato alle ore 17.Puoi ascoltaci in FM, via Internet http://www.crc.fm o via Satellite su Challenger TV audio 2
oppure scaricare il programma dalla sezione PODCAST del nostro sito, http://www.crc.fm/podcast.php
CRC, ed io vi auguriamo BUON ASCOLTO!

p.s.: CRC.FM ha bisogno di te!CRC.fm è un progetto "no profit" completamente sostenuto da donazioni e liberalità inviate da singoli, chiese, istituzioni e aziende.Se desideri contribuire economicamente al nostro lavoro puoi farlo in vari modi: http://www.crc.fm/sostegno.php

LINEE GUIDA PER L'ACCOMPAGNATORE



Non vedenti


  • Identificati dicendo il tuo nome e il tuo compito.

  • Accompagna il non vedente al suo posto.

  • Assicurati che i canti,gli avvisi, la bibbia...siano disponibili a stampa grande

  • Spiega al non vedente dove sono disposte le cose.

  • Procura lo spazio per il cane guida.

  • Non spingere un non vedente, permettigli sempre di appoggiarsi al tuo braccio


Non udenti



  • Assicurati che il tuo viso e la tua bocca siano ben visibili.

  • Guarda direttamente la persona e parla a una velocita' normale con un chiaro movimento delle labbra (senza esagerare)

  • Non urlare od alzare il tono della voce esageratamente.

  • Non nascondere la tua faccia.

  • Non parlare direttamente nelle orecchie.




Difficoltà di linguaggio



  • Dai tutta la tua attenzione con un bel contatto visivo.

  • Ricorda che la persona con questa difficoltà potrebbe usare un altro sistema di comunicazione come la scrittura.

  • Non finire la frase o la parola per quella persona.

  • Non agitarti o diventare impaziente.


Difficoltà di movimento



  • Prima di aiutare una persona in sedia a rotelle, chiedi sempre se ha bisogno di assistenza.

  • Siediti o chinati quando parli con un disabile in carrozzina, in modo da rendere il contatto visivo ben più possibile.

  • Provvedi dei posti vicini all'ingresso per le persone con difficoltà deambulatorie per ridurre al minimo il loro spostarsi.

  • Non spingere una carrozzina a meno che non ti sia richiesto.

  • Non appoggiarti o diventare impaziente.


Difficoltà d'apprendimento



  • Sii paziente, concedi alla persona tutto il tempo di cui ha bisogno per apprendere.

  • Non presumere che la persona non possa capirti.


Informazioni di carattere generale:



  • Tratta i disabili come tratteresti chiunque altro.

  • Parla sempre direttamente con il diversamente abile.

  • chiedi sempre il permesso di poter aiutare.

  • se è possibile fai sedere il disabile sempre con i loro amici o parenti.

  • Cerca di essere attento e di comprendere il bisogno di assistenza e di aiuto delle persone che cercano di nascondere la loro disabilità (epilettici, affetti di alzheimer)

  • Non date nulla per scontato, chiedete sempre!

  • Non usare termini negativi come "zoppo" o "vittima"

  • Non considerare l'aiutante o il compagno come una persona che sta in mezzo alla conversazione.

per maggiori info www.jafitalia.org











mercoledì 24 giugno 2009

Fede vittoriosa....Nick Vujicic

"Quando siamo nati in questo mondo abbiamo dovuto accettare la condizione nella quale ci siamo venuti a trovare. Ad esempio, non abbiamo potuto scegliere di nascere maschio o femmina, o di nascere in una famiglia ricca o povera, né se essere belli o brutti, alti o bassi, grassi o magri e così via. La vita in questo mondo può offrire una grande varietà di situazioni e tante volte possono accadere degli imprevisti. Ad esempio, può accadere che una persona possa nascere con un handicap, oppure, dopo la nascita, durante la sua vita, in seguito a qualche incidente, può venirsi a trovare in una condizione di disabilità come la cecità, la sordità, paralisi alle gambe o alle braccia, o altro. Per chi si trova in una di queste situazioni, certamente dovrà soffrire poco o molto a secondo del tipo di handicap e dall’aiuto che riceverà dai suoi familiari e dalle persone che vivono intorno a lui. Ma io ho una buona notizia per tutte le persone che soffrono per una situazione di handicap, ed è questa: con Gesù Cristo le cose possono cambiare in meglio. Questo non significa necessariamente che Dio faccia il miracolo di guarirti, sebbene Egli può farlo, ma soprattutto Lui vuole guarirti dentro, vuole guarire le tue ferite interiori, quelle del cuore; ti vuole guarire dallo scoraggiamento e dalla disperazione. Per cui, per quanto sia difficile la tua situazione, Lui la può cambiare. Egli può darti speranza quando tutto sembra oscuro. Egli è il Dio dell’impossibile, e per questa ragione Gesù disse: “Le cose impossibili agli uomini, sono possibili a Dio” (Luca 18:27). Come dicevamo prima, noi non potevamo scegliere come, dove e quando nascere, ma possiamo scegliere dove andremo dopo questa vita. Questo dipende da noi: se oggi scegliamo Cristo, ci attende la Gloria , al contrario la condanna. Ma se accettiamo Cristo, siamo certi che Dio, dopo questa vita terrena, ci darà un nuovo corpo, un corpo spirituale incorruttibile, superiore a quello materiale che abbiamo ricevuto alla nostra nascita (I Corinti 15:42-44). E siamo sicuri che questo nuovo corpo sarà perfetto e non soffrirà di alcuna disabilità. E c’è anche un’altra bella notizia per te, caro amico o amica che stai leggendo questa breve meditazione: se tu oggi scegli di seguire Gesù e di affidare la tua vita nelle sue mani, Lui ti aiuterà, ti proteggerà e ti accompagnerà tutti i giorni della tua vita."
Cordialmente vostro, Amedeo Bruno


http://www.sordi-buonenotizie.it/
Cari Amici, la nostra è una missione cristiana evangelica, il cui scopo principale è quello di raggiungere le persone sorde col messaggio puro della Parola di Dio. Ma il nostro giornalino è indirizzato anche agli udenti e a qualsiasi altra categoria di persone perché l’Evangelo di Gesù Cristo è il messaggio di Dio per tutta l’umanità.
Il nostro indirizzo è il seguente: BUONE NOTIZIE – c/o Amedeo Bruno – Casella postale 67 – Ufficio postale PA 48 – Via Roma – 90133 Palermo – E. mail: buonenotizie.ab@libero.it – Cell.. 3485756467


VIVERE SENZA GAMBE E SENZA BRACCIA


La straordinaria testimonianza di un disabile, resa pubblicamente in una assemblea di credenti. Il mio nome è Nick Vujicic e sono nato in Australia nel 1982. Sono nato senza braccia e senza gambe; i dottori non hanno saputo dare alcuna spiegazione medica per questo difetto di nascita. Ma io voglio testimoniare come Dio mi ha dato grazia, forza e consolazione nella mia disabilità e posso affermare che anche voi potete avere vittoria, pace e gioia anche se nella vostra vita state attraversando situazioni che non hanno senso o che sconvolgono la vostra esistenza. Molte persone mi dicono: “Nick, non potrei mai immaginare quello che hai dovuto passare. La tua storia è la più incoraggiante che io abbia mai sentito.” – Questo per me è un onore, e io lodo Dio se posso essere un esempio per il mondo, ma c’è anche da dire che ci sono, lì fuori, tante altre persone che attraversano delle sofferenze. Vedete, tutti noi, se siamo veri cristiani, dobbiamo rinunciare a noi stessi e prendere la nostra croce. Tutti noi sappiamo come ci sentiamo quando siamo soli o disperati. Ad esempio, se io incontrassi una persona che ha sofferto, e gli dicessi: “Sai, forse le cose che hai passato tu sono peggiori di quelle che ho passate io.”– Sicuramente quella mi risponderebbe: “No,no, no, non è così! Non potrei mai immaginare una vita senza braccia e senza gambe.” – Sapete, noi non possiamo e nemmeno dobbiamo mettere le sofferenze a confronto. Ma quello che dobbiamo fare, in quanto siamo la famiglia di Dio, è quello di unirci, mano nella mano, e restare saldi nelle promesse di Dio. Sapendo che, chiunque tu sia e qualunque situazione tu stai attraversando, Dio lo sa, Lui è con te e te ne tirerà fuori. Io sono solo un vaso vuoto, uno strumento; questo è tutto ciò che io sono. Non dipende da me, non dipende dai miei successi. Non dipende da ciò che sono capace o non sono capace di fare, ma dipende da quello che divento per la potenza di Gesù Cristo. Voglio comunque dire che ho anche avuto momenti di grande scoraggiamento, ma li ho superati, grazie a Dio. Sono nato in una famiglia cristiana, mio padre è un pastore. Ma per me era molto difficile andare in chiesa, non perché mi annoiassi, ma perché, frequentando la scuola domenicale della chiesa, mi insegnavano che Gesù mi ama e che sono stato creato in un modo meraviglioso e perfetto. E io ero arrabbiato con Dio e dicevo: “non capisco tutto questo!” – All’età di 8 anni lessi un passo della Bibbia, in Geremia, cap. 29, verso 11, che dice: “Infatti io so i pensieri che medito per voi, dice il Signore, pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza.” – E io dicevo: “Dio, ma che razza di avvenire e di speranza posso avere io?” – Pensavo che non avrei mai trovato un lavoro. Andavo a scuola e molti bambini mi prendevano in giro. Ho avuto un paio di ottimi amici che mi hanno aiutato ad andare avanti e soprattutto la mia famiglia. Oh, io lodo Dio per i miei genitori e per la mia famiglia, senza di loro so che non sarei qui, ma Dio li ha usati in modo potente. Ma voglio dire questo: io volevo uccidermi, non vedevo un avvenire di speranza per me. Pensavo che non mi sarei mai potuto sposare. Dicevo: “Dio, anche se io mi sposassi, non potrei nemmeno tenere la mano di mia moglie; e se avessimo dei bambini, come potrei abbracciare i miei figli quando piangeranno?” – Queste cose erano importanti per me e nessuno poteva assicurarmi che sarebbe andato tutto bene, e se anche qualcuno me l’avesse detto, non avrei mai potuto crederci. Nella vita ci sono due cose che, da esseri umani, vorremmo sentirci dire: primo: che siamo amati; secondo: che tutto andrà bene. La cosa più straordinaria che Dio mi ha dato è il suo amore: sapere che Lui mi ama davvero! E quando nella mia vita succedono cose che non riesco a capire, e, anche nella vostra vita, quando accadono cose di cui non capite il motivo, la domanda è questa: “Dio è sempre degno del vostro ringraziamento? Dio è comunque degno della vostra lode?” – Molte persone citano quel versetto: “La gioia del Signore è la mia forza!” – Che cosa significa? Qual è la tua gioia? Perché puoi rallegrarti in ogni momento? La mia risposta è questa: “Perché la gioia di avere Gesù Cristo, che mi ama così tanto che è morto per i miei peccati, questo mi ha dato la salvezza.” - Questa vita è temporanea, e, sapete, il fatto di avere Gesù Cristo nella mia vita e vivere secondo i propositi divini che Lui ha per me, questa per me è la gioia più grande di tutte. E posso essergli grato. Io ringrazio Dio per avermi detto di no quando gli chiedevo di darmi gambe e braccia. Io imploravo Dio dicendo: “Oh Dio, dammi gambe e braccia!” – La notte piangevo finché non mi addormentavo. Speravo di svegliarmi la mattina avendo gambe e braccia. Pensavo che potesse essere un gran bel miracolo. Voglio dire, immaginate che fosse accaduto veramente. Se Dio mi avesse dato gambe e braccia, sarei diventato famoso, sarei andato in televisione a raccontarlo. Ma quante persone avrebbero creduto a quel miracolo? Ma io sono qui, davanti a voi, oggi, come un miracolo di Dio, per dimostrare a tutti un puro esempio della grazia di Dio, del suo amore e della sua perfezione. Per farvi sapere che sono io il miracolo! Noi siamo più che vincitori! Non sono le circostanze a dover cambiare per farvi diventare vittoriosi, ma è il nostro cuore che ha bisogno di essere riempito con lo Spirito Santo. Si, un uomo senza braccia e senza gambe, che testimonia con gioia la sua fede, è senza dubbio un vero grande miracolo.La straordinaria testimonianza di Nick Vujicic sta facendo il giro del mondo. Già milioni di persone l’hanno udita, in Asia, India, Africa, Australia e Stati Uniti d’America.

sabato 6 giugno 2009

NUOVA PRESENTAZIONE &NEWSLETTER JAFITALIAonlus

Shalom carissimi,
grazie a Francesco di Parma socio Jaf e alla sua società http://www.tredispace.com/ che ha creato un lik in rete, ho il piacere di pubblicare la nuova presentazione delle attività a favore dei diversamenteabili della mia associazione Joni and friends Italia onlus http://www.jafitalia.org/
inoltre scarica qui la nuova news letter trimestrale maggio,giugno,luglio '09
buona visione,lettura, Dio vi benedica